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Consulta delle Associazioni del Parco Geominerario: parere sul Rendiconto generale al Bilancio 2014 del Consorzio
Data:
Giovedì, 28 Maggio, 2015 - 08:39
La Consulta delle Associazioni del Parco Geominerario ha provveduto anche quest’anno ad elaborare il suo parere sul “Rendiconto Generale al Bilancio 2014” del Consorzio del Parco, come è stato fatto negli ultimi due precedenti esercizi, con la denuncia (vedi allegati) dello stato di degrado gestionale, ampiamente documentato e mai confutato dagli attuali responsabili della gestione dello stesso Consorzio, che hanno reagito ai pesanti rilievi della Consulta con un deprecabile atto ritorsivo e antidemocratico nel vano tentativo di sopprimere la sua voce.
Per questa ragione, il parere relativo al Rendiconto 2014 è ancora più rigorosamente fondato sulla valutazione degli appositi documenti ufficiali del Consorzio del Parco, solo parzialmente pubblicati nel suo sito web come avrebbe dovuto fare nel rispetto degli obblighi sulla pubblicità degli atti sanciti nel DL 33/2013 più volte richiesto e sollecitato dalla Consulta delle Associazioni (vedi allegati).
Dall’esame del Rendiconto 2014 si evidenzia un netto peggioramento sia dei dati relativi alle attività svolte, sia dei dati relativi ai costi della struttura, che dimostrano l’incapacità della direzione del Parco a conseguire, per il terzo anno consecutivo, gli obiettivi da essa stessa programmati, come peraltro rilevato anche dal Collegio dei Revisori dei Conti.
Nell’esercizio 2014, infatti, risultano impegnati e solo parzialmente impiegati appena 2,2 milioni di euro dei 6,5 milioni di euro stanziati per le attività programmate, con un enorme avanzo di gestione che ha raggiunto l’importo complessivo di 7,9 milioni di euro.
Non meno preoccupante risulta l’improvvisazione e il pressapochismo nel perseguire alcuni importantissimi obiettivi strategici del Consorzio, come la realizzazione della rete dei sentieri del Parco Geominerario, che giunge ingloriosamente al suo sconcertante epilogo con il coinvolgimento in una clamorosa inchiesta giudiziaria dell’appalto, con il quale lo stesso Consorzio del Parco avrebbe dovuto eseguire l’unico intervento dei tanti programmati e non realizzati negli ultimi tre anni, per la realizzazione di due inutili itinerari escursionistici che la Consulta delle Associazioni aveva chiesto formalmente di sospendere (vedi allegato) per evitare lo sperpero di ingenti risorse pubbliche.
In questo scenario di pasticcio e di inconcludenza, le considerazioni conclusive del Commissario del Parco riportate nella “Relazione illustrativa della gestione anno 2014”, secondo cui gli obiettivi programmatici sarebbero stati raggiunti al 100%, non hanno nessun riscontro nella realtà.
Le sue considerazioni, infatti, sono in netto contrasto con gli indicatori di efficienza e di efficacia della gestione, che risultano in costante diminuzione dal 2012 con il dato del 2014, in particolare, che risulta essere il peggiore degli ultimi tre anni come illustrato in dettaglio nel parere allegato.
A fronte di tali pessimi risultati gestionali, risultano notevolmente lievitati i costi della struttura (commissario + direttore + lavoro interinale), che passano da 551 mila euro del 2013 a 733 mila euro del 2014.
In particolare, si rimarca come il principale responsabile della pessima gestione dell’ente, il direttore, abbia fatto incrementare il suo costo di un importo sproporzionato pari a 149 mila euro con un incremento, in termini percentuali, di oltre il 206% rispetto al 2012, passando da 75 mila euro del 2012 a 234 mila del 2014, con l’assenso evidente di chi avrebbe dovuto vigilare sul suo operato.
Di fronte a tale incredibile scenario, la Consulta delle Associazioni sollecita l’intervento degli organi di controllo e di vigilanza del Consorzio del Parco, affinchè possano porre fine a questa insostenibile situazione di degrado operativo e gestionale, con la revoca immediata dell’incarico al Direttore del Parco, riservandosi anche di recuperare le eventuali somme indebitamente percepite dallo stesso direttore, come è stato costretto a fare dal Collegio dei Revisori dei Conti per l’acquisto delle sue scarpe da trekking e per la spesa ingiustificata di un “pranzo istituzionale”.
Si porrebbe fine, in tal modo, anche al possibile conflitto di interessi più volte richiamato tra lo stesso direttore e il suo precedente datore di lavoro, sul quale deve esercitare il ruolo di controllore nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro che il Consorzio del Parco ha sottoscritto con l’ATI IFRAS e la Regione Sarda, che impegna la Regione ad erogare circa 28 milioni di euro all’anno ad un’impresa privata che negli ultimi 13 anni ha percepito oltre 300 milioni di euro dalla stessa Regione Sarda.
In questa situazione di degrado gestionale, è indispensabile porre fine al più presto alla gestione commissariale protrattasi oltre ogni ragionevole limite temporale, con l’adozione immediata della riforma tanto auspicata del Consorzio del Parco Geominerario, come unica via per dare attuazione alle finalità dello strumento che il Parlamento e il Governo Nazionale, d’intesa con la Regione Sarda, hanno voluto istituire e finanziare, sulla spinta di un grande movimento popolare promosso dalle associazioni di volontariato, per contribuire alla rinascita economica, sociale e culturale delle aree minerarie dismesse della Sardegna.
La Consulta delle Associazioni, nel richiedere un deciso intervento con adeguati provvedimenti agli organi istituzionalmente competenti, per evitare che a farlo siano altre autorità esterne di garanzia giudiziaria e amministrativa, continuerà a tenere alta la sua mobilitazione nonostante le vergognose e antidemocratiche ritorsioni di chi vorrebbe cancellare la sua scomoda esistenza e far tacere la sua voce. La Segreteria della Consulta delle Associazioni del Parco Geominerario
Per questa ragione, il parere relativo al Rendiconto 2014 è ancora più rigorosamente fondato sulla valutazione degli appositi documenti ufficiali del Consorzio del Parco, solo parzialmente pubblicati nel suo sito web come avrebbe dovuto fare nel rispetto degli obblighi sulla pubblicità degli atti sanciti nel DL 33/2013 più volte richiesto e sollecitato dalla Consulta delle Associazioni (vedi allegati).
Dall’esame del Rendiconto 2014 si evidenzia un netto peggioramento sia dei dati relativi alle attività svolte, sia dei dati relativi ai costi della struttura, che dimostrano l’incapacità della direzione del Parco a conseguire, per il terzo anno consecutivo, gli obiettivi da essa stessa programmati, come peraltro rilevato anche dal Collegio dei Revisori dei Conti.
Nell’esercizio 2014, infatti, risultano impegnati e solo parzialmente impiegati appena 2,2 milioni di euro dei 6,5 milioni di euro stanziati per le attività programmate, con un enorme avanzo di gestione che ha raggiunto l’importo complessivo di 7,9 milioni di euro.
Non meno preoccupante risulta l’improvvisazione e il pressapochismo nel perseguire alcuni importantissimi obiettivi strategici del Consorzio, come la realizzazione della rete dei sentieri del Parco Geominerario, che giunge ingloriosamente al suo sconcertante epilogo con il coinvolgimento in una clamorosa inchiesta giudiziaria dell’appalto, con il quale lo stesso Consorzio del Parco avrebbe dovuto eseguire l’unico intervento dei tanti programmati e non realizzati negli ultimi tre anni, per la realizzazione di due inutili itinerari escursionistici che la Consulta delle Associazioni aveva chiesto formalmente di sospendere (vedi allegato) per evitare lo sperpero di ingenti risorse pubbliche.
In questo scenario di pasticcio e di inconcludenza, le considerazioni conclusive del Commissario del Parco riportate nella “Relazione illustrativa della gestione anno 2014”, secondo cui gli obiettivi programmatici sarebbero stati raggiunti al 100%, non hanno nessun riscontro nella realtà.
Le sue considerazioni, infatti, sono in netto contrasto con gli indicatori di efficienza e di efficacia della gestione, che risultano in costante diminuzione dal 2012 con il dato del 2014, in particolare, che risulta essere il peggiore degli ultimi tre anni come illustrato in dettaglio nel parere allegato.
A fronte di tali pessimi risultati gestionali, risultano notevolmente lievitati i costi della struttura (commissario + direttore + lavoro interinale), che passano da 551 mila euro del 2013 a 733 mila euro del 2014.
In particolare, si rimarca come il principale responsabile della pessima gestione dell’ente, il direttore, abbia fatto incrementare il suo costo di un importo sproporzionato pari a 149 mila euro con un incremento, in termini percentuali, di oltre il 206% rispetto al 2012, passando da 75 mila euro del 2012 a 234 mila del 2014, con l’assenso evidente di chi avrebbe dovuto vigilare sul suo operato.
Di fronte a tale incredibile scenario, la Consulta delle Associazioni sollecita l’intervento degli organi di controllo e di vigilanza del Consorzio del Parco, affinchè possano porre fine a questa insostenibile situazione di degrado operativo e gestionale, con la revoca immediata dell’incarico al Direttore del Parco, riservandosi anche di recuperare le eventuali somme indebitamente percepite dallo stesso direttore, come è stato costretto a fare dal Collegio dei Revisori dei Conti per l’acquisto delle sue scarpe da trekking e per la spesa ingiustificata di un “pranzo istituzionale”.
Si porrebbe fine, in tal modo, anche al possibile conflitto di interessi più volte richiamato tra lo stesso direttore e il suo precedente datore di lavoro, sul quale deve esercitare il ruolo di controllore nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro che il Consorzio del Parco ha sottoscritto con l’ATI IFRAS e la Regione Sarda, che impegna la Regione ad erogare circa 28 milioni di euro all’anno ad un’impresa privata che negli ultimi 13 anni ha percepito oltre 300 milioni di euro dalla stessa Regione Sarda.
In questa situazione di degrado gestionale, è indispensabile porre fine al più presto alla gestione commissariale protrattasi oltre ogni ragionevole limite temporale, con l’adozione immediata della riforma tanto auspicata del Consorzio del Parco Geominerario, come unica via per dare attuazione alle finalità dello strumento che il Parlamento e il Governo Nazionale, d’intesa con la Regione Sarda, hanno voluto istituire e finanziare, sulla spinta di un grande movimento popolare promosso dalle associazioni di volontariato, per contribuire alla rinascita economica, sociale e culturale delle aree minerarie dismesse della Sardegna.
La Consulta delle Associazioni, nel richiedere un deciso intervento con adeguati provvedimenti agli organi istituzionalmente competenti, per evitare che a farlo siano altre autorità esterne di garanzia giudiziaria e amministrativa, continuerà a tenere alta la sua mobilitazione nonostante le vergognose e antidemocratiche ritorsioni di chi vorrebbe cancellare la sua scomoda esistenza e far tacere la sua voce. La Segreteria della Consulta delle Associazioni del Parco Geominerario
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