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"Codice rosso" per il servizio di nefrologia e dialisi del Santa Barbara ad Iglesias
Data di inizio:
Venerdì, 6 Maggio, 2016 - 15:39
Data di fine:
Venerdì, 6 Maggio, 2016 - 15:39
Pazienti disperati e stato di agitazione presso il reparto di nefrologia e dialisi dell'ospedale Santa Barbara di Iglesias, dove c'è anche il rischio di uno scippo totale di tutte le attività a supporto dei dializzati.
Infatti, mentre dal presidio di via San Leonardo tanti reparti stanno emigrando verso il Centro traumatologico ortopedico, è noto che tale sorte spetterà, a strettissimo giro, anche al reparto di rianimazione, lasciando così la dialisi priva di un importante servizio a tutela dei pazienti che beneficiano della terapia dialitica salvavita. Solo dopo, anche quest'ultimo reparto verrebbe accorpato al CTO: si parla di uno o due anni.
Il personale sanitario rischia di trovarsi nell'impossibilità di assicurare quelle prestazioni complementari che il tipo di servizio richiede, in quanto le decisioni aziendalistiche, nell'ottica di rispondere al progetto regionale di riforma della sanità, avrebbero soltanto la forma della razionalizzazione, ma la sostanza appare quella del risparmio a tutti i costi e a carico, ovviamente, degli utenti finali.
Di questo parere sono non soltanto i pazienti, ma anche i sindacati, vari consiglieri comunali e, in primis, i volontari dell'associazione Aventi (Associazione Volontari Emodializzati Nefropatici e Trapiantati Iglesias), rappresentati da Anna Rita Pala, e del Comitato ANED Sardegna (Associazione Nazionale Dialisi e Trapianto), che, nella giornata odierna, hanno promosso un vertice presso il reparto del Santa Barbara, dove i pazienti hanno ritardato il trattamento dialitico, sollecitando l'urgenza che la riorganizzazione dei servizi avvenga in modo coordinato ed organico, senza compromettere l'efficienza e l'efficacia dei risultati.
“Occorre che, prima del trasferimento della rianimazione – ha detto Annibale Zucca, segretario regionale dell’ANED Sardegna -, presso il Cto siano ultimati anche gli spazi destinati alla dialisi, affinché i due reparti, contemporaneamente, continuino a funzionare nel presidio di via Cattaneo e, all’occorrenza, siano supportati anche dai cardiologi, altra figura determinante per la sicurezza in emergenza. Non è pensabile infatti che la nefrologia, senza gli adiacenti servizi di rianimazione piuttosto che di cardiologia, resti in solitario al Santa Barbara”.
Altro aspetto è quello del trasferimento urgente di un paziente della dialisi al CTO o viceversa, in quanto, allo stato attuale, tale servizio risulterebbe parecchio carente.
Infatti, mentre dal presidio di via San Leonardo tanti reparti stanno emigrando verso il Centro traumatologico ortopedico, è noto che tale sorte spetterà, a strettissimo giro, anche al reparto di rianimazione, lasciando così la dialisi priva di un importante servizio a tutela dei pazienti che beneficiano della terapia dialitica salvavita. Solo dopo, anche quest'ultimo reparto verrebbe accorpato al CTO: si parla di uno o due anni.
Il personale sanitario rischia di trovarsi nell'impossibilità di assicurare quelle prestazioni complementari che il tipo di servizio richiede, in quanto le decisioni aziendalistiche, nell'ottica di rispondere al progetto regionale di riforma della sanità, avrebbero soltanto la forma della razionalizzazione, ma la sostanza appare quella del risparmio a tutti i costi e a carico, ovviamente, degli utenti finali.
Di questo parere sono non soltanto i pazienti, ma anche i sindacati, vari consiglieri comunali e, in primis, i volontari dell'associazione Aventi (Associazione Volontari Emodializzati Nefropatici e Trapiantati Iglesias), rappresentati da Anna Rita Pala, e del Comitato ANED Sardegna (Associazione Nazionale Dialisi e Trapianto), che, nella giornata odierna, hanno promosso un vertice presso il reparto del Santa Barbara, dove i pazienti hanno ritardato il trattamento dialitico, sollecitando l'urgenza che la riorganizzazione dei servizi avvenga in modo coordinato ed organico, senza compromettere l'efficienza e l'efficacia dei risultati.
“Occorre che, prima del trasferimento della rianimazione – ha detto Annibale Zucca, segretario regionale dell’ANED Sardegna -, presso il Cto siano ultimati anche gli spazi destinati alla dialisi, affinché i due reparti, contemporaneamente, continuino a funzionare nel presidio di via Cattaneo e, all’occorrenza, siano supportati anche dai cardiologi, altra figura determinante per la sicurezza in emergenza. Non è pensabile infatti che la nefrologia, senza gli adiacenti servizi di rianimazione piuttosto che di cardiologia, resti in solitario al Santa Barbara”.
Altro aspetto è quello del trasferimento urgente di un paziente della dialisi al CTO o viceversa, in quanto, allo stato attuale, tale servizio risulterebbe parecchio carente.
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